Il diritto dell’immigrazione

Sempre più spesso oggi ci si trova a parlare di immigrazione e di diritti e doveri degli immigrati.

Ma cosa comprende il diritto dell’immigrazione?

Quali sono le leggi che lo caratterizzano?

Innanzitutto forniamo una definizione di diritto dell’immigrazione.

Esso costituisce un ramo del diritto e ha ad oggetto il fenomeno dell’immigrazione studiandone gli strumenti di tutela e assistenza degli individui che entrano nel nostro paese.

Quindi questo particolare ramo del diritto va a raccogliere tutte le norme che nel corso degli anni sono sorte al fine di gestire le problematiche connesse ai flussi migratori umani.

Per mera completezza espositiva si precisa che per flusso migratorio si intende il fenomeno del trasferimento di persone in un Paese differente da quello di origine per svariati motivi quali il lavoro, lo studio, la famiglia, situazioni politiche critiche come le guerre ecc.

Tale fenomeno si è intensificato nell’ultimo periodo (ancor più succesivamente alla pandemia da Covid-19) in tutto il mondo così come in Italia.

Nel nostro Paese è aumentato l’insediamento di migranti a partire dagli anni Ottanta del Novecento, dal momento in cui altri stati europei hanno iniziato ad adottare politiche di accoglienza abbastanza restrittive.

In conseguenza di ciò molti cittadini stranieri venivano in cerca di fortuna o rifugio nel nostro territorio.

Prima di allora l’Italia era vista come paese di emigranti: difatti molti concittadini  si allontanavano per costruirsi una nuova vita specialmente nel Nord Europa o in America.

Il diritto dell’immigrazione in Italia

Come appena accennato l’Italia è stata in passato Terra di emigrazione per cui solo in tempi relativamente recenti lo Stivale si è occupato di immigrazione dal punto di vista legale.

Invero, la maggior parte del diritto dell’immigrazione italiano è costituito da normative stilate in tempi moderni, attese le nuove necessità di regolamentazione create dall’aumentare dei flussi migratori.

Prima di addentrarci in tale regolamentazione però è d’uopo citare la norma della Costituzione italiana in cui si affronta la tematica dell’immigrazione.

Essa è rappresentata dall’articolo 10 in base al quale l’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.
Ma quello che qui interessa è il secondo comma della norma ove è stabilito che la condizione giuridica dello straniero è regolata dalla legge in conformità delle norme e dei trattati internazionali

Interviene poi il terzo comma che sancisce che lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica,

Ciò avviene secondo le condizioni stabilite dalla legge ed inoltre non è ammessa l’estradizione dello straniero per reati politici.

Il diritto di asilo nella Costituzione italiana

Nell’articolo commentato sopra viene allora espresso il diritto di asilo, istituto tratto dal diritto internazionale.

Si specifica che l’istituto consiste nella protezione accordata da uno Stato a individui che intendono sottrarsi nello Stato di origine a persecuzioni fondate su ragioni di razza, religione, nazionalità, di appartenenza a un particolare gruppo sociale o di opinioni politiche.

Con questo articolo (in una lettura unita al successivo art 11 della Cost.) la Repubblica si apre al resto del mondo sancendone i riferimenti per la legislazione.

Il dettato costituzionale allora  obbliga il Parlamento a regolare con una legge i diritti e doveri degli stranieri che si trovano nel nostro Paese, rispettando i trattati e le convenzioni (tra cui quelle in materia di diritti umani) firmati dall’Italia.
Ovviamente agli stranieri viene riconosciuta pari dignità, considerato che essa consiste nel riconoscimento del valore di ogni essere umano in quanto tale ex art. 3 Cost.

In base a ciò agli stranieri bisogna garantire i diritti fondamentali, anche natutralmente a coloro che nel proprio Paese ne sono privi, a causa di dittature o altro.

Mentre ai cittadini restano riservati i diritti politici, come il diritto di voto, derivanti dall’appartenenza alla comunità italiana.

Tuttavia da tempo qualcuno propone di attribuire tali diritti pure a chi risiede stabilmente in Italia, indipendentemente dal fatto che siano cittadini o stranieri.

Ulteriori e vive discussioni sono intraprese dalle varie parti politiche sull’accoglienza o meno e sulla gestione della stessa in territorio italiano, portando a vari interventi normativi.

Le leggi sull’immigrazione in Italia

Andiamo adesso ad esaminare sommariamente la legislazione presente nell’ordinameto italiano in materia di immigrazione.

Come detto a partire dagli anni Ottanta, in seguito alla registrazione dell’incremento del fenomeno migratorio, si sono succedute diverse normative sul tema.

La prima Legge che si è occupata del fenomeno migratorio in Italia è la Legge n. 943 del 30 Dicembre 1986.

Essa è rubricata “Norme in materia di collocamento e di trattamento dei lavoratori extracomunitari immigrati e contro le immigrazioni clandestine” e ha affrontato il tema dell’immigrazione specialmente dal punto di vista del lavoro.

La legge citata ha introdotto misure quali permessi di soggiorno per motivi turistici o di studio, possibilità di ricongiungimento familiare per gli stranieri nel nostro Paese, autorizzazioni al lavoro, ecc.

Tuttavia risale al 1990 la prima vera legge organica in materia di immigrazione, la cd. Legge Martelli, dettata da motivazioni di emergenza.

Essa ha introdotto per la prima volta in Italia interventi di tipo sociale nei confronti degli immigrati e ha basato il sistema di entrata dei migranti sulla programmazione dei flussi d’ingresso mediante un sistema di previsione di quote massime.

Le leggi dopo gli anni ‘90

Per quasi tutti gli anni ’90 fu quella della Legge Martelli la struttura adottata fin quando poi altre leggi sono intervenute in materia per regolamentarla.

Tra le più importanti ricordiamo:

  • il Decreto Legislativo n. 286 del 25 Luglio 1998 dal titolo “Testo unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla condizione dello straniero“, noto anche come “Testo Unico sull’immigrazione” ed aggiornato nel 2016; Il T. U. è un articolato complesso di norme che si compone di 49 articoli, suddivisi in 6 Titoli. Esso rappresenta, coadiuvato ed integrato dalla normativa europea e regionale di settore, la pietra angolare del sistema di immigrazione italiano;
  • la “Legge Bossi-Fini” del 2002- Legge n. 189/2002 “Modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo“;
  • il “Pacchetto Sicurezza” del 2009 (Legge 94/2009 “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica“). Attraverso queste norme si è cercato di regolamentare meglio i flussi migratori in territorio italiano contrastando l’immigrazione clandestina con strumenti come il sistema delle quote d’ingresso (art. 21 del Testo Unico, secondo il quale l’ingresso in Italia per motivi di lavoro può avvenire in base a quote d’ingresso stabilite da “decreti flussi” emanati periodicamente dal Presidente del Consiglio dei Ministri) ed i CIE, Centri di Identificazione ed Espulsione, quelle strutture in cui vengono trattenute temporaneamente le persone che entrano in Italia in modo irregolare.

Ancora nel 2017 un’ultima regolamentazione è entrata nel nostro Paese, il cosiddetto “Decreto Minniti – Orlando”.

Tante novità ha previsto questa Legge tra cui la sostituzione dei CIE attualmente attivi in Italia con centri più piccoli chiamati CPR (Centri di Permanenza per il Rimpatrio).

Recenti normative sull’immigrazione

Da ultimo il decreto Salvini (D.L. 113/2018 conv. in L. 132/2018) ha introdotto altre novità sulla tematica, come abolizione della protezione umanitaria, trattenimento dei richiedenti asilo e degli irregolari ai valichi di frontiera, più fondi per i rimpatri, restrizione del sistema di accoglienza.

Infine, un nuovo decreto è stato di recente pubblicato in Gazzetta ovvero il  Decreto-Legge 10 marzo 2023, n. 20 recante “Disposizioni urgenti in materia di flussi di ingresso legale dei lavoratori stranieri e di prevenzione e contrasto all’immigrazione irregolare” e convertito poi nella Legge n.50/2023.

L’intento dell’intervento normativo, successivo alla tragedia di Cutro, è stato dare essezialmente una stretta sulla immigrazione irregolare.

Ciò prevedendo: ampliamento dei flussi di ingresso per lavoro, semplificazione delle procedure, ma anche rafforzamento dei centri per i rimpatri, e canali privilegiati di accesso per i cittadini di paesi che organizzano una formazione lavorativa ad hoc.

Inoltre c’è da considerare che nel tempo l’Italia ha assorbito pure varie direttive dell’Unione Europea, come quelle per la libera circolazione ed il soggiorno dei cittadini comunitari nell’area UE.

A ben vedere si tratta di una materia in continua evoluzione che si adatta all’evolversi della problematica.

Loredana Blanco
Loredana Blanco
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