Il diritto dell’ambiente

In questi ultimi anni sentiamo spesso parlare di ambiente e diritto dell’ambiente.

Ma cosa si intende per esso?

Per diritto dell’ambiente o diritto ambientale si intende una branca del  diritto che si occupa della tutela e della salvaguardia dell’ambiente.

Esso si svolge a livello nazionale, regionale e sovranazionale.

Lo sviluppo del diritto dell’ambiente

Si può dire che si tratta di una specializzazione del diritto abbastanza recente. Difatti il diritto dell’ambiente ha preso consistenza nella sua attuale forma intorno agli anni Ottanta.

Esso si è sviluppato in concomitanza alla tematica della protezione delle risorse naturali, degli ecosistemi e della salute assumendo sempre più centralità col passar del tempo.

Si deve giungere alla seconda metà degli anni Ottanta per l’individuazione in termini più specifici della questione dell’ambiente e dell’inquinamento.

Infatti si avvertiva la necessità di una disciplina più coerente ed organica per il miglioramento della qualità della vita degli individui.

Questo succedeva in funzione sia dell’emergenza ambientale sia del boom economico della fine della Seconda Guerra Mondiale. 

Dopo il Secondo conflitto mondiale si assiste a un cambiamento strettamente connesso alla consapevolezza della possibile autodistruzione dell’umanità.

Siffatta vulnerabilità si palesa maggiormente intorno agli anni ’70 allorchè si comprende che l’inquinamento ambientale poteva provocare enormi disastri.

 Disastri che si possono riversare sulle generazioni future, compromettendo quindi la vita presente ma soprattutto quella di chi domani abiterà il pianeta Terra.

Si individuano allora le cause di quei disastri nella deforestazione, nel riscaldamento climatico, nel traffico illegale di prodotti retroattivi, nelle fuoriuscite di petrolio, nel degrado della biodiversità, nella diffusione di prodotti geneticamente modificati.

Da lì in avanti si focalizza sempre l’idea di ambiente come bene giuridico collettivo da salvaguardare.

Tale idea presuppone sempre più la consapevolezza che l’ambiente è un bene giuridico che trascende le generazioni attuali in quanto esso è un valore collettivo condizione di vita per le future generazioni.

Ciò vale non tanto per la sussistenza quanto per il godimento e l’esercizio dei beni giuridici delle prossimi abitanti della Terra.

L’ambiente come bene giuridico da tutelare

Dunque l’ambiente viene associato come diritto fondamentale a beneficio dei nostri discendenti al diritto alla vita.

Infatti, mentre secondo la visione tradizionale il diritto alla vita equivale al diritto di non esser ucciso o condannato a morte, invece in un approccio transgenerazionale si ha una lettura diversa, di un diritto sistemico.

Ed ecco che il suddetto diritto include quello di accesso all’acqua, all’aria, alle risorse in generale necessarie per il soddisfacimento dei bisogni fondamentali dell’uomo.

Tale nuova lettura combacia con una visione non antropocentrica del diritto alla vita poichè essa trova il suo significato più profondo proprio nell’equilibrio del Pianeta per le generazioni future.

E proprio  con la Dichiarazione di Stoccolma delle Nazioni Unite del 1972 si giunge all’unione tra il concetto di diritti umani e di ambiente.

Così biodiversità ed equilibrio climatico sono risorse collegate per il futuro dell’umanità.

Grazie a questo cambio di prospettiva anche concettuale si è arrivati oggi nell’era del costituzionalismo ambientale globale.

Difatti più di due terzi delle costituzioni nazionali oggi hanno disposizioni attinenti al diritto ad un ambiente sano e salubre, al principio di precauzione come principio giuridico di anticipazione dei disastri.

E ancora all’obiettivo dello sviluppo sostenibile.

Il diritto dell’ambiente a livello europeo

In ambito europeo si è sviluppata una forte sensibilità verso la predetta tematica.

Infatti nel settembre 2015, in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, i paesi di tutto il mondo hanno siglato l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile e i suoi 17 obiettivi di sviluppo sostenibile.

I leader mondiali si sono impegnati a eliminare la povertà, proteggere il pianeta, garantire pace e prosperità per tutti.

Si tratta di un importante passo.

L’agenda 2030, insieme all’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, rappresenta la tabella di marcia per un mondo migliore.

Essa è riferimento per il quadro globale di cooperazione internazionale in materia di sviluppo sostenibile e relative dimensioni sociali, economiche, ambientali e di governance.

In materia di ambiente la politica dell’Unione si fonda sui principi della precauzione, dell’azione preventiva e della correzione alla fonte dei danni causati dall’inquinamento.

A ben vedere la politica ambientale è stata messa recentemente al centro dell’elaborazione delle politiche dell’UE e la Commissione europea ha varato pure il Green Deal europeo.

Esso mira ad accrescere il benessere ed a migliorare la salute dei cittadini e delle generazioni future.

Di seguito elenchiamo alcuni suoi punti fondamentali:

  • biodiversità e la pulizia di acqua, aria e suolo;
  • rinnovamento e l’efficientamento energetico degli edifici;
  • innovazione tecnologica ed energetica;
  • riciclo e riutilizzo;
  • disponibilità di cibo sano e relativa accessibilità economica; sull’implementazione dei trasporti pubblici; sulla formazione delle competenze professionali adeguate alla transizione; sulla competitività e resilienza dell’industria a livello globale

Quanto detto rientra nell’ottica della politica ambientale che  mira a salvaguardare e migliorare la qualità dell’ambiente.

Da un lato vigilando sulla salute umana dall’altro utilizzando le risorse naturali disponibili in modo razionale e intelligente.

La politica ambientale in Italia

In Italia il diritto ambientale fa riferimento a numosi atti normativi.

Innanzitutto possiamo fare riferimento al Testo Unico Ambientale,  Decreto Legislativo n. 152 del 2006.

Il Testo Unico è centrato sulla salvaguardia dell’ambiente e sulla gestione dei rifiuti, si compone di 138 articoli e di 45 allegati. 

Negli anni ha avuto molte modifiche e integrazioni e risulta suddiviso in diverse sezioni tematiche che elenchiamo:

  • Parte I: Disposizioni comuni e principi generali
  • Parte II: VAS, VIA, AIA
  • Parte III: Difesa del suolo, tutela delle acque, gestione delle risorse idriche
  • Parte IV: Gestione dei rifiuti, bonifica dei siti inquinati
  • Parte V: Tutela dell’aria, riduzione delle emissioni in atmosfera
  • Parte V-bis: Disposizioni per particolari installazioni
  • Parte VI: Danni all’ambiente
  • Parte VI-bis: Ecoreati

Il testo Unico è improntato su una serie di principi generali finalizzati alla protezione dell’ambiente.

In particolare essi includono il principio dell’azione ambientale, quello dello sviluppo sostenibile e i principi di sussidiarietà e leale collaborazione.

Oltre al Testo Unico si occupano di diritto ambientale anche altre fonti del diritto.

Infatti numerosi sono in materia  i decreti legge, le leggi e le leggi regionali, così come i decreti ministeriali e interministeriali.

Si trovano anche disposizioni in provvedimenti amministrativi di natura normativa o interpretativa come le circolari ministeriali.

Loredana Blanco
Loredana Blanco
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