In tale articolo affrontiamo una riflessione sulle ripercussioni che il lockdown legato all’emergenza sanitaria covid-19 ha avuto sul cyberbullismo e sulla sua diffusione.

Invero l’argomento è stato affrontato da molti studi e approfondimenti condotti nel corso del periodo di lockdown, cagionato dalla tragica e mondiale emergenza sanitaria da Coronavirus. Ciò atteso che non è assolutamente trascurabile il risvolto della quarantena forzata sulle forme di criminalità online ed in particolare sul cyberbullismo.

L’apertura di questo paragrafo è fatta riportando due articoli di giornale che fanno breccia sulle effettive ripercussioni che la quarantena ha provocato sul fronte del fenomeno cyberbullismo.

In primo luogo menzioniamo un articolo di Antonella De Gregorio del Corriere della Sera  datato 8 Aprile 2020, di seguito parzialmente riprodotto, intitolato “Coronavirus, con il lockdown esplode la violenza online. Anche gli adulti in difficoltà”.

Il sottotitolo  era “La Fondazione Picchio: nel mese di marzo 300 segnalazioni. Una guida gratuita per conoscere gli strumenti più usati e spiegare i rischi e le responsabilità”.

Precisiamo che la Fondazione Picchio è una fondazione nata per volere di Paolo Picchio, papà di Carolina la ragazza vittima di uno dei primi casi di bullismo in Italia.

Il fine della fondazione è aiutare gli adolescenti dal male che deriva dall’uso distorto, improprio e inconsapevole della rete.

Alcuni articoli sull’incremento del fenomeno.

Ecco di seguito alcune parti del predetto articolo.

“La pandemia non ha mandato in quarantena il cyberbullismo.

 Anzi, l’aver confinato tutte le relazioni sociali e la gran parte delle attività quotidiane in una dimensione digitale ha aumentato a dismisura i rischi e le minacce della rete: cyberbullismo, sexting e molestie aumentano in maniera esponenziale.

La Polizia Postale ha registrato negli ultimi giorni una vera e propria impennata delle denunce per adescamenti on line.

Con i più piccoli lasciati soli a navigare liberamente in questi giorni di quarantena forzata (e nonostante la costante convivenza con i genitori), il fenomeno diventa sempre più preoccupante.

 E anche sul fronte della didattica a distanza cresce l’allarme: sono in aumento le segnalazioni di intrusioni nelle lezioni online, con l’invio di video osceni e violenze verbali rivolte ai docenti”

L’articolo continua mettendo in risalto il volto oscuro della quarantena.

Le segnalazioni di aumento del cyberbullismo

In secondo luogo richiamiamo un articolo del 13 Maggio 2020 pubblicato su Avvenire, intitolato “Allarme  Cyberbullismo in aumento al tempo del coronavirus. Anche per noia da lockdown”

L’ articolo redatto da Monica Lucioni sottolineava anch’esso l’aumento dei casi di segnalazioni di cyberbullismo.

Le segnalazioni arrivavano da scuole, oratori, associazioni, società sportive ed erano sempre più numerose.

Questo come rovescio della medaglia del periodo di emergenza che confermava le criticità delle relazioni sociali avviate attraverso il mondo digitale.

Del resto i disagi e i condizionamenti si amplificavano per la reclusione nelle proprie case che moltiplicava videochat, smart working e didattica online.

A ben vedere nei due articoli citati, così come in altri di quel periodo, la nota dolente che risalta è la constatazione inquietante ed angosciante della forza propria delle condotte delittuose on line, cybercrime in generale e cyberbullismo in particolare, venute fuori ancora più vigorose nella triste storia della pandemia da Coronavirus.

Il carattere subdolo del cyberbullismo

Al pari delle altre piaghe sociali, quali la povertà, la disoccupazione, la violenza sulle donne e sui minori, così è stato pure il cyberbullismo:

In occasione della tragica vicenda del coronavirus ha manifestato il suo carattere subdolo, riprovevole ed incredibilmente potente, aggiungendosi al dramma del Virus.

Invero, come tragicamente noto a tutti, l’epidemia da Covid-19, poi proclamata pandemia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha messo in ginocchio il mondo intero.

Ha obbligato gli Stati a stabilire misure di restrizione di ogni sorta e isolamento sociale che hanno avuto drastici ed infelici risvolti sul piano sanitario, umano, economico.

Si è trattato  di una crisi per molti aspetti nuova, spiazzante, che a parere di molti esperti non ha precedenti eguali e che ha investito per la prima volta in una violenta forma anche il nostro mondo ricco e industrializzato.

Esso, costretto ad abbassar bandiera per la consapevolezza del fatto che nessuno era al sicuro.

E anche per l’assoluta necessità di salvaguardare la salute quale unico vero ‘bene pubblico globale’, da difendere a beneficio di tutti e tutto.

La vita così, in tutti i suoi momenti ed aspetti e in ogni parte del Globo, si è radicalmente modificata ed adattata alla nuova drammatica situazione.

Nonostante il blocco dapprima parziale poi totale di tutte le attività, produttive, scolastiche, ecc, ad eccezione di quelle miranti al soddisfacimento di bisogni essenziali, si è cercato di mantenere le prime per così dire dietro le quinte.

E’ stato  possibile mediante modalità e criteri alternativi come lo smart working per l’attività lavorativa, la DAD didattica a distanza per la scuola oppure la consegna a domicilio di cibo e farmaci.

 Perciò, per alcuni aspetti della vita si è riusciti ad ovviare seppur spesso non totalmente, grazie alle tecnologie informatiche.

Il lato oscuro dell’impiego della rete

A fronte di questo però, è venuto fuori il lato oscuro dell’impiego della Rete.

Infatti, da un canto le tecnologie informatiche si sono rivelate uno strumento assai prezioso, utilissimo.

Dall’altro, si sono manifestate come mezzo potente per l’aumento della perpetrazione di condotte delittuose in Rete.

Invero, la quarantena, con il suo inevitabile isolamento sociale forzato ha creato ripercussioni anche sui comportamenti sociali.

In particolare sulle devianze, sulla cybercriminalità e quindi anche sul cyberbullismo.

Più si è stati costretti ad usare maggiormente la Rete e più la tentazione si è mutata in messa in atto di crimini nel cyberspazio e di atteggiamenti comunque non conformi a legge.

All’aumento delle ore trascorse dinnanzi al computer e all’aumento delle ore passate tra le mura domestiche a causa del divieto di uscire regolarmente come nella quotidianità ordinaria, è corrisposta la crescita di varie forme di cybercriminalità.

Ragazzi e adulti hanno trascorso la maggior parte della loro giornata dietro l’uso delle tecnologie informatiche, sia per attività scolastiche e lavorative sia per mantenere quel minimo contatto relazionale con amici e parenti.

Allora il cyberbullismo ha trovato terreno fertile in questo contatto continuo e costante con la Rete.

Anzi proprio in uno dei campi utilizzati per la continuazione dell’attività scolastica ovvero nelle piattaforme istituzionali della DAD si è assistito all’emersione di comportamenti scorretti e illegali.

Al riguardo negli ultimi giorni di Marzo 2020 è venuta fuori la notizia riportante la denuncia da parte di alcune scuole al Ministero dell’Istruzione di un uso scorretto delle piattaforme digitali, utilizzate per la didattica online.

Le denunce avevano ad oggetto la condivisione da parte degli studenti dei link per partecipare alle lezioni con dei complici estranei alla classe per ricoprire di insulti i professori o altri compagni.

Il cyberbullismo non è andato in quarantena

Alcuni studiosi hanno analizzato disagi, sensazioni di sconforto, ansie e tutte le ripercussioni cagionate dall’isolamento forzato anche sul piano psicologico.

Va da sé che le devianze si siano proprio accentuate nel periodo di quarantena per Covid-19, che il cyberbullismo non sia per nulla andato in quarantena!

Il cyberbullismo, sebbene spesso sia un prolungamento del bullismo in senso classico, non è cosa facile da mettere in quarantena.

Sia agito dai più piccoli o dai più grandi, rende ancora più rarefatto il confine tra virtuale e reale, a maggior ragione durante la quarantena in cui si è vissuto una specie di surrealtà.

Sulla scorta della constatazione che gli atteggiamenti collegati al cyberbullismo non hanno dato tregua nemmeno in tempi di coronavirus, al contrario aumentando, si è spinti a riflettere.

Riflettere sul non sottovalutare tali fenomeni e  prendere piena consapevolezza di questo grosso problema allo scopo di poter escogitare e praticare le più idonee strategie per contrastarlo o prevenirlo.

Loredana Blanco
Loredana Blanco
Articoli: 36

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