Il riferimento immediato quando si parla di privacy è indubbiamente il decreto legislativo n. 196 del 2003, intitolato “Codice in materia di protezione dei dati personali”, meglio noto come Codice della Privacy. 

Innanzitutto a grandi linee, possiamo dire che la suddetta legge stabilisce obblighi ben precisi per chi entra in possesso di informazioni su dati personali di altri individui, nonchè corrispondenti diritti a favore di questi ultimi.

E più delicate sono le informazioni dei dati personali più incisive sono le modalità di trattamento di tali dati previste dal Codice.

Sicuramente a ognuno di voi è capitato di dover comunicare i propri dati personali a soggetti terzi.

Per fare un esempio ciò capita quando si apre un conto corrente bancario oppure un account in un social network.

Ancora quando ci si reca da un medico o da un avvocato, quando si stipula un contratto e così via.

Ricordate che prima di ricevere la prestazione o il servizio richiesti vi mostrano un foglio da leggere e firmare?

Ebbene il motivo sta appunto nell’esistenza della normativa sulla privacy di cui abbiamo appena detto.

Infatti allorquando i dati vengono comunicati, ci chiedono di prendere visione e firmare un documento contenente la privacy policy.

Proprio in quel momento ci stanno chiedendo di lasciare il consenso all’utilizzo dei nostri dati personali per le finalità connesse al servizio che richiediamo.

La normativa sulla privacy in ambito europeo

Prima di esaminare i punti salienti del Codice della privacy facciamo un breve excursus sull’evoluzione della normativa europea.

Per inciso ricordiamo che il diritto alla privacy nasce nel 1980 negli Stati Uniti d’America come diritto “a essere lasciato solo” (to be let alone).

In Europa si iniziò a tradurre in norma la tutela di questo diritto nel 1950 con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU) che contiene riferimenti alla privacy.

Invero nella Convenzione si affermava che l’esercizio della libertà individuale non doveva subire ingerenze da parte della pubblica autorità.

Unica eccezione era costituita motivi particolari quali la sicurezza nazionale, la protezione della salute, della pubblica sicurezza ecc.

Similmente tali statuizioni si riprendono in altri accordi come Schengen e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

In particolare questa Carta all’articolo 8 sancisce che ogni individuo ha diritto alla protezione dei dati di carattere personale che lo riguardano.

Inoltre stabilisce che il trattamento dei dati avvenga secondo il principio di lealtà, per precise finalità e in base al consenso della persona interessata o a un altro fondamento legittimo previsto dalla legge.

La legislazione nazionale in materia

Per quanto concerne la legislazione nazionale, all’epoca della Costituzione italiana non vi era una grande sensibilità verso il diritto alla privacy.

Nondimeno all’interno della Carta Costituzionale si trovano disposizioni che ne anticipano i contenuti.

Per esempio gli articoli 14, 15 e 21 che sanciscono rispettivamente il domicilio, la libertà e segretezza della corrispondenza, e la libertà di manifestazione del pensiero.

L’Italia tra gli anni ’60 e’70 elabora il diritto in commento dapprima come diritto alla libera determinazione nello svolgimento della propria personalità.

Successivamente l’importanza e l’esigenza della tutela di quel diritto diventa sempre più sentita.

D’altra parte si incrementa specialmente in concomitanza all’evoluzione nell’ambito della comunicazione elettronica e digitale.

Così oggi parliamo di privacy in un’accezione molto ampia.

Come diritto alla protezione dei dati personali, come diritto a evitare le ingerenze altrui e come diritto all’autodeterminazione e alla sovranità su sè stessi nel rispetto reciproco delle libertà.

Peraltro oggi un fondamento significante della privacy è individuato nell’articolo 2 della nostra Costituzione.

Questa è una norma cardine per i diritti inviolabili dell’uomo che la Repubblica riconosce e garantisce.

Ebbene il diritto alla privacy è da considerare incorporato tra i diritti inviolabili dei cui all’articolo 2.

Il contenuto del Codice della privacy

Il Codice in materia di Protezione dei dati personali costituisce un Testo unico che in quanto tale include in un solo corpo tutta la normativa previgente in materia.

E’ entrato in vigore il 1º gennaio del 2004 e racchiude le norme sulla tutela dei dati personali.

Invero il Codice ha introdotto nuove garanzie per i cittadini, ha razionalizzato le disposizioni già esistenti e ha sostituito la normativa previgente ovvero La legge n. 675/1996.

L’introduzione di tale legge mirava a far rispettare gli Accordi di Schengen ed era entrata in vigore nel maggio dell’anno 1997.

Nel Codice si riconosce la tutela del diritto del singolo sui propri dati personali.

Ancora esso disciplina le varie operazioni di gestione cioè quello che viene definito tecnicamente come trattamento dei dati.

Il trattamento concerne la raccolta, l’elaborazione, il raffronto, la cancellazione, la modificazione, la comunicazione o la diffusione dei dati medesimi.

In uno dei primi articoli il Codice precisa che i dati personali trattati in violazione della disciplina rilevante in materia di trattamento dei dati sono  inutilizzabili.

Sull’applicazione della normativa vigila l’Autorità Garante per la protezione dei dati personali, istituita sin dalla L. 675/1996, poi confermata proprio nel Testo Unico del 2003.

L’adeguamento del Codice della privacy al GDPR

Infine bisogna tener presente che il 4 maggio del 2016 è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea il nuovo Regolamento generale sulla protezione dei dati.

Tale Regolamento (Regolamento UE 2016/679) è noto specialmente come GDPR, General Data Protection Regulation.

Esso è in vigore dal 25 maggio 2016 e si applica dal 25 maggio 2018.

 In seguito all’entrata in vigore del GDPR, il testo del codice della Privacy è stato aggiornato con le modifiche apportate dal Decreto di adeguamento al GDPR (Decreto Legislativo 10 agosto 2018, n. 101), dal D.M. 15 marzo 2019 e dal D.L. 14 giugno 2019, n. 53.

In particolare il 19 settembre 2018 è entrato in vigore il Decreto legislativo 10 agosto 2018, n. 101, che reca le disposizioni per l’adeguamento dell’ordinamento nazionale al predetto nuovo regolamento.

A ben vedere la materia della privacy è stata oggetto di molte modifiche, anche in considerazione dell’evoluzione e dello sviluppo delle tecnologie informatiche.

Loredana Blanco
Loredana Blanco
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